Il Presidente Ferrando e l’eredità lasciata alla sua Valpellice

Ferrando e la Valpellice(alberto corsani) All’indomani dell’elezione del nuovo Direttivo Societario dell’HC Valpellice, proviamo a interpretare quale sia l’eredità lasciata da un Presidente di un hockey club che è stato in carica per quasi due anni, finché un incidente assurdo l’ha strappato agli affetti, all’amicizia di una valle, alla considerazione delle istituzioni e al rispetto e solidarietà delle altre società sportive (quasi tutte).
Una prima stagione di rodaggio, che ha però consentito di inserire nell’HC Valpellice alcuni giocatori poi fondamentali nella seconda, per addirittura tentare in un “colpaccio” chiamato vittoria del campionato e promozione in massima serie.
Tale è stata infatti questa seconda annata, contrassegnata da una grande pianificazione e progettazione dell’assetto societario e dell’attività agonistica.
L’impronta data dal Presidente Mauro Ferrando alla sua Valpe è stata quella del timoniere che ha coagulato intorno a sé un gruppo ampio di persone che hanno creduto al 100% al suo progetti, dando tutto e di più senza risparmio: dallo staff dirigenziale al direttore sportivo, dal coach agli assistenti tecnici, da un capitano trascinatore alla squadra, dai responsabili delle giovanili ai volontari.
Perchè efficiente è stata l’organizzazione, particolarmente visibile nella struttura del palaghiaccio olimpico, di figure quali stewards, volontari, giovani e meno giovani, spettatori e aficionados di diverse generazioni, che trovavano ai cancelli e nei corridoi dello stadio i loro punti di riferimento, che narravano storie pluridecennali di hockey locale.
Un clima davvero speciale prima di ogni partita, che veniva sentita come un evento personale da ognuno dei 2500 delle ultime occasioni, una cosa che li riguardava e intorno alla quale si riuniva una cittadinanza. Da questo punto di vista è stato importante anche il rapporto costruito con gli ultras, coinvolti e responsabilizzati, che li ha portati a farsi apprezzare anche nelle trasferte della finale di Coppa Italia a Bolzano e quelle delle semifinali di campionato a Vipiteno.
Spendersi senza risparmio e convincere ognuno a fare la sua parte secondo le caratteristiche di ognuno è stata la sua linea, come lo era stata nell’impegno decennale nel campo della solidarietà nei confronti dei bambini bielorussi provenienti dalle zone più contaminate in seguito alla catastrofe di Cernobil.
Ora la valle e la squadra non partono da zero: proprio perché le capacità di ognuno sono state valorizzate, ognuno si sente impegnato a non mollare.

In ricordo di Ferrando pubblichiamo di seguito un video della Curva degli Ultra Valpe:

About The Author

Related posts