Bas le chapeau Monsieur Goulet e Grazie Mickey, portaci con te … avanti !!!

Giovedì 3 maggio Bas le chapeau Monsieur Goulet – di Daniele Amadasi

Bas le chapeau Monsieur Goulet ! Per la terza volta! Dopo Eindhoven 2005 (23 aprile 2005, promozione in Gruppo "A" Mondiale dopo la vittoria per 2-1 nei confronti della Francia) e Riga 2006 (15 maggio 2006, secondo posto nel Relegation Round dietro alla Danimarca, salvezza e permanenza nell’Elite dell’hockey mondiale) ecco Mosca 2007, con il Blue Team alla conquista anticipata dopo la sola prima fase dei gironi eliminatori della salvezza ed addirittura della qualificazione al Master Round.
In due anni l’Italia è passata dal diciottesimo-ventesimo posto nel ranking mondiale ad andar male al dodicesimo (perchè se l’appetito vien mangiando potremmo battere anche la Danimarca), passando per il quattordecesimo di un anno fa. Una vera e propria escalation figlia unica di un coach, Mickey Goulet, bistrattato dai più che lo vogliono sempre con la valigia in mano e criticato per le sue scelte tecniche … ma da tre anni assoluto vincente, in un silenzio che ha caratterizzato anche la vigilia mondiale vissuta anche da noi di TuttoHockey.com all’insegna del vedere prima di giudicare, per esperienza, serietà e rispetto verso un uomo. Che in silenzio ed in punta di piedi ha lavorato oltre ogni rosea previsione e che da ieri è entrato definitivamente nella storia della Nazionale Italiana, insieme ed alla pari a tutti i quasi cinquanta protagonisti azzurri che in queste ultime tre edizioni mondiali hanno dato con le loro gesta e le loro imprese lustro all’intero movimento dell’hockey su ghiaccio italiana.
Grazie di cuore, verdebiancorosso logicamente, a voi tutti !

Giovedì 10 maggio 2007: Grazie Mickey, portaci con te … avanti !!! – di Walter Manni

Le riprese dei Mondiali di Hockey su ghiaccio di Mosca che la RAI ci ha fatto vedere, hanno mostrato più volte il viso eccezionale di un signore con occhiali, capelli bianchi e giubbotto blu.
Era Mickey Goulet, coach della nazionale italiana: la forza del suo viso, una pubblicità di parecchi anni fa la chiamava la “forza dei nervi distesi”. Una grande forza. La squadra ha bisogno di quello, di un uomo che creda in tutti loro. Per questo il “miracolo” di oltre 50 diversi giocatori in casacca azzurra negli ultimi 3 anni resiste e cresce.
Ha ridato un’anima azzurra ad atleti come Carpano.
Ha ottenuto la linfa vitale da un vero “Highlander” come Chitarroni.
Ha creduto in un giovane come Bustreo ed in un ottimo Hell.
In poche parole, ha carisma ed intorno a lui si percepisce.
Ognuno dà tutto quello che ha per quest’uomo, per le sue idee e per i suoi progetti.
Grandi progetti i suoi. Ve ne racconto uno.
Un sabato mattina sono passato sotto casa sua alle 08.00. Mi aspettava, e via di corsa ad allenare piccoli bambini di 5, 6, 7 e 8 anni alla pista di Sesto. Tra increduli genitori e allibiti istruttori, si è prodigato per un’ora e mezzo  tra i bambini per allenarli.
Ma il miracolo non era finito.
Dopo una breve pausa per un caffè, guardando l’allenamento di circa 40 universitari che cercano di avvicinarsi al nostro magnifico sport, si è rivolto a me dicendo: "ma non possiamo entrare ad allenare anche loro?” . Inutile dire che ricorderemo in tanti quel sabato mattina “furioso”.
So per certo che l’episodio si è ripetuto anche in altre piste.
Pochi lo sanno, lui non lo dice, ma questo è il vero amore per l’hockey. 
Questo è quanto ci serve per crescere, questo è quello che ha fatto per noi, questo è il motivo per cui non dimenticherò mai la foto dopo la partita con la Lettonia: un muro di maglie azzurre, legate in un abbraccio, ed in quel abbraccio ci siamo tutti.
Grazie Mickey, portaci con te … avanti.

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