Speciale Interviste: parola ad Alexander Hofer

Alexander Hofer, sales manager di 36 anni, felicemente sposato con Barbara, padre di due bambini, Maximilian di sette anni e Johanna di cinque, amante della vita serena e tranquilla, della vela, dell’hockey su ghiaccio e con un legame forte con tutti i giocatori che hanno militato per l’HC Appiano Pirats, club di Serie “A2” di cui è il Presidente.  Lo abbiamo intervistato per voi, all’indomani della finale scudetto di Serie “A1” che ha sancito la conclusione dei campionati nazionali edizione 2006-2007.

Presidente Hofer, della neonata Lega Italiana Hockey Ghiaccio lei è stato senza dubbio uno dei principali promotori e sostenitori, ricopre la carica di Vice-Presidente della LIHG e quindi chi meglio di lei può spiegarci l’importanza di avere una Lega Hockey Ghiaccio?
"Attraverso la Lega Hockey pensiamo di poter finalmente affrontare e risolvere quei problemi di una medesima natura che riguardano e coinvolgono i club di hockey su ghiaccio attraverso interessi comuni che indicano a loro volta la strada da percorrere. Tutto questo perché finalmente sono maturati i tempi in cui la qualità comunicativa tra le varie società ha fatto la differenza e superato quegli ostacoli che si trovavano nelle riunioni dei diversi comitati federali.
Con la Lega Hockey della quale il Dott. Alvise Di Canossa da un lato è Presidente e dall’altro è la garanzia di un ampio progetto che coinvolge tutte le realtà di Serie “A1” ed “A2”, dalle più grandi alle piccole, si riuscirà a disciplinare una certa attività di programmazione, che mediante mirati gruppi di lavoro potrà affrontare intensamente le varie problematiche ad oggi irrisolte cercando di conseguenza soluzioni realmente fattibili. Tutto ciò quale aiuto al lavoro svolto dalla Fisg e quale sprono ai suoi dirigenti per una sempre crescente miglioria in termini qualitativi e professionali.
Da parte nostra invece dovremo appropriarci della cosiddetta cultura del dialogo, perché le critiche costruttive devono rappresentare uno spunto di miglioramento per il nostro operato e non innescare antichi dissidi, che viceversa dovranno essere solo un passato ricordo".

Dopo i primi mesi di attività didattica e preparatoria, per la Lega Hockey è arrivato il momento di affilare i pattini e scendere in pista per l’organizzazione della prossima stagione. Cosa avete in programma lei, il Presidente Alvise Di Canossa e tutto il Direttivo?
"Innanzitutto è importante rendere noto che per mettere in moto la Lega Hockey abbiamo dovuto superare delle barriere burocratiche di legittimazione dinanzi al Coni; dopodichè ci siamo messi subito al lavoro, prefissandoci obiettivi e relative mansioni. Progredire e crescere passo dopo passo è il nostro intento, il tutto senza bruciare le tappe e senza portare avanti cose non reali e difficilmente ottenibili. Perciò ad oggi oltre al ridisegno della prossima stagione di “A1” e “A2” con
l’immediato avvio delle iscrizioni ai vari campionati e la presentare in tempi brevi dei relativi calendari agonistici in tempi brevi, abbiamo messo al primo posto diverse azioni in ambito di commissione tecnica da presentare poi alla Fisg e la promozione del marchio hockey attraverso una vera e propria campagna di marketing".

Lega Hockey e Federghiaccio. Dove può arrivare e cosa può fare in più la Lega rispetto alla Federazione a livello di sviluppo del movimento, di organizzazione dei campionati e di gestione manageriale del prodotto hockey?
"La LIHG è costituita dalle società e di conseguenza da persone che conoscono in maniera diretta le  del movimento hockey e quindi più consone ad una promozione dell’intero movimento, sempre però in simbiosi con la Fisg, con la quale di sicuro non siamo in concorrenza, ma bensì un aiuto ed uno strumento per avere anche maggiore credibilità e sostegno a livello internazione, tra i vari comitati e federazioni, IIHF inclusa logicamente.
Tutto questo con l’intento di incrementare il pubblico ed il seguito dell’hockey su ghiaccio italiano, anche grazie all’apporto importantissimo della Nazionale, che dovrà essere sempre e più gestita in maniera professionale; avere la Nazionale Italiana in Gruppo “A”è una vetrina fondamentale per il nostro hockey e per riuscirci oltre all’apporto del cuore e dell’anima dei nostri giocatori occorre la creazione della professione di “giocatore di hockey ghiaccio”; ruolo che dovrà avere il giocatore nostrano in primo piano, attraverso un definitivo salto di qualità realizzato con l`integrazione di quei giocatori oriundi di livello tale da poter realmente contribuire alla crescita del nostro intero movimento".
  

Radio e TV: quest’anno la Fisg ha investito nel settore della comunicazione, oltre centomila €uro, destinati per un quarto al prodotto radiofonico e per tre quarti a quello di Sky. Cosa ne pensa?
"Ammettendo che la comunicazione non è il mio piatto forte e che all’interno della LIHG ci sarà una apposita commissione che si occuperà di questo, posso dire che dovremmo investire contemporaneamente su due diverse piste. La prima è quella di incentivare la gente a venire allo stadio e di coinvolgerla allo stesso tempo a fare da naturale testimonial di un hockey che negli ultimi anni è cresciuto notevolmente, ma che stenta ancora nell’immagine pubblica per via di un retaggio figlio di tempi passati.
La seconda pista di comunicazione è senza dubbio quella radio-televisiva. Personalmente le radiocronache del pool di “Tutto l’hockey minuto per minuto” mi piacciono perché danno la sensazione all’ascoltatore di assistere dal vivo le partite e perché i radiocronisti sono veramente preparati. Unico neo che vedo è che le radiocronache “toccano” al momento solo gli appassionati puri e quindi necessitiamo (anche con l’aiuto della commissione di comunicazione LIHG) di coinvolgere altre realtà dove il vero interesse per l’hockey deve ancora crescere.
Per quanto concerne infine le trasmissioni TV devo dire che sono ancora modeste ed in tal senso bisogna elaborare una strategia più proficua".

Tornando alla Lega Hockey arriviamo a parlare di Serie “A1” ed “A2”, degli attuali diciotto club che ne fanno parte e del fatto di poterli quanto prima incrementare a venti. In che maniera?
"Bella domanda. Come ho già espresso prima dobbiamo assolutamente fare un passo alla volta, soprattutto perché in Italia troppe realtà hockeystiche sono spuntati come funghi e poi si sono sparite nel breve volgere di una sola o due stagioni.
In passato troppe deroghe non hanno di certo aiutato il movimento, anzi, hanno contribuito ad una perdita di credibilità; personalmente sono assolutamente favorevole alla crescita, però alla base di questo deve esserci un programma serio e mirato.
Secondo il coach tedesco Hans Hach “nell’hockey tutto è possibile”, e penso che questo detto possa valere anche per la nostra realtà, anche se la crescita del movimento italiano è strettamente legata al numero di giocatori e ad oggi ci sono troppi pochi giocatori di scuola italiano sul mercato per ampliare adeguatamente i roster dei vari club, partendo da un minimo di tre linee per arrivare al completo con quattro linee sul ghiaccio.
Il vero problema come già descritto è realizzare la figura professionale del giocatori di hockey, perché ad oggi tra “A1” ed “A2” abbiamo giocatori professionisti, semi-professionisti e semi-dilettanti. La crescita del nostro movimento passa obbligatoriamente dal fatto di poter essere in grado di stipendiare il giocatore, investendo in una carriera di hockeista e dandogli prospettive per il futuro, senza che si vada avanti con soli giocatori dal doppio-lavoro, provenienti da famiglie benestanti e senza problemi finanziari o con studenti universitari che si pagano la singola giornata giocando ad hockey".

Restando in ottica futura e di prossima  stagione, ma partendo dal campionato appena concluso e cambiandola di veste da Vice Presidente della Lega e Presidente di club, cosa ci può dire e svelare in anteprima del suo HC Appiano Pirats?
"Per l’Appiano la stagione 2006-‘07 è stata molto altalenante, nel senso che ci è mancata la continuità per primeggiare; a partite esaltanti seguivano esibizioni opache, che hanno coinvolto anche giocatori di prima fascia come quali Kelleher, Cavanagh, Andersson, Neufeld, Palmiscno, Klaus Hofer ed Eisenstecken.  L’armonia nello spogliatoio è stato eccellente, ma quello che ci è mancato sono stati erano i veri leader che devi avere in squadra quando vuoi per osare di più.
Su questa questione dobbiamo ancora lavorare, ci siamo già guardati attorno e tra poco avremo già pronto il roster per la prossima stagione, attraverso le prime conferme ed i nuovi arrivi di HC Appiano Pirats Internorm versione 2007-’08 che già mi convince e piace".

Augurandole infine di ottenere il meglio per l’intero movimento dell’hockey italiano dalle attività da lei svolte per il nostro amato sport, le chiediamo quale domanda si sarebbe voluta sentire fare e quindi rispondere e che invece non le abbiamo fatto?
"Sinceramente vorrei ringraziare Voi di TuttoHockey.com per l’ottima collaborazione ed informazione che fate, pregandovi di  continuare a sostenere il nostro movimento anche in futuro.
Per il resto di domande in cerca di risposte ne avrei altre si, del tipo come saremo in grado di partecipare alle prossime olimpiade di Vancouver? Oppure se saremo capaci di creare il professionismo nell’hockey ghiaccio italiano per i futuri giovani? O ancora se il nostro sport potrà risultare a breve uno dei più seguiti in Italia? O per finire se potremo un domani esportare giocatori in DEL ed in NHL? Domande insomma dalle grandi ambizioni, alle quali lavoriamo per dare, insieme a quesiti più semplici, delle risposte."

Grazie a Lei Presidente Hofer per l’intervista concessaci ed i contenuti interessanti dei progetti di promozione e sviluppo del nostro amato hockey su ghiaccio.

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