Dalla “A” alla Valpe … si Curcio chi può !!!

Dalla “A” alla Valpe … si Curcio chi può !!!

Nel fare un punto generale dopo le prime 14 giornate di Serie “A” vista la stretta attualità, potremmo agevolmente partire da casa Valpellice. Sabato 31 ottobre, poche ore prima della partita casalinga, poi persa contro il Fassa, anticipata nel mondo parallelo dei social network, gira la notizia della partenza di coach Pat Curcio, chiamato a diventare assistant coach a Lugano: impossibile non accettare la richiesta dell’amico Doug Shedden (400 partite in Nhl, già coach allo Zug, assistant coach del Team Canada in tre edizioni e due volte head coach nella Spengler Cup: la vince nel 2012/13), e così un ottimo allenatore, in grado di trasformare i giocatori come già visto l’anno scorso a Milano, lascia l’Italia.

Non recrimino, qui, come corrispondente di Tuttohockey.com per la Valpe, anzi, ritengo, come hanno detto altri, a cominciare dai dirigenti, che ora l’importante sarà non disperdere il lavoro fatto da Curcio: in particolare i più giovani locali sono cresciuti moltissimo, anche per la concomitanza delle assenze per infortunio degli stranieri Beca e Della Rovere (sappiamo quanto serva, ai più giovani, giocare in linee impegnative, con minutaggi pesanti, magari a fare check contro le linee migliori degli avversari, e prendersi responsabilità negli special team).
No, qui recrimino, anche di veste di Vice-Direttore di Tuttohockey.com, perché questo campionato perde pezzi: i pezzi più pregiati. In casa Valpe, che alle spalle ha una lunga storia ma non molte vittorie, nell’anno del primo trofeo nazionale (la Coppa Italia 2013) fu amaro perdere la finale scudetto con l’Asiago, che vantava un certo Chris Di Domenico, poi rimasto in Veneto l’anno successivo. Dopo due anni di LNB al Langnau, promosso in LNA, è attualmente quarto marcatore della massima divisione svizzera, e fino a due settimane fa era il migliore. Era qui, come tanti altri, magari passati in EBEL presso Bolzano. Oppure, per restare in casa torrese, come Brian Ihnacak, ora nella Extraliga cèca.

Non ci si può nascondere dietro a un dito: otto squadre costrette a incontrarsi e rincontrarsi fino alla noia; difficoltà a fare pubblico; anzi, peggio ancora, età media del pubblico sempre più elevata, altro dato sconfortante: certo gli appassionati del freddo, tanto per restare a Torre Pellice, ma anche a Brunico e in tutte quelle località che avevano piste all’aperto, continueranno ad andare alla partita, anche sapendo vita, morte e miracoli di ognuno degli avversari; questi ultimi potrebbero da qualunque pista della Serie “A” riconoscere sulle tribune questo o quello spettatore: disciplinatamente, ai soliti posti; ma sempre meno numerosi.
E naturalmente la composizione dei roster ne risente. Ma cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno. In questo strano inizio di campionato, che ha perso anche la Lombardia dopo che qualche anno fa si era perso il Friuli del Pontebba (restano due venete, una trentina, una piemontese e quattro altoatesine), i valori sono indecifrabili: anche perché, al solito, le formazioni sono cantieri aperti fra try out, infortuni, prove.
Ci si ripete che non è adesso che bisogna fare punti; importante essere in forma a gennaio; non ci sono ancora tutti i giocatori, le motivazioni sono serie, intendiamoci, e i budget non consentono di fare di più; ma non ci si può stupire della scarsa affluenza di pubblico e soprattutto dell’età di quest’ultimo.
I risultati sorprendenti non mancano, oggi a me domani a te; giocare in casa e fuori casa, in epoca di tifoserie tiepide, non è più determinante: morale, regna l’incertezza e questo può essere motivo d’interesse. Ma il gioco stenta a decollare: si capiscono i progressi nell’assemblaggio delle linee e nell’apprendimento dei sistemi di gioco, ma questo coinvolge una ristretta cerchia di spettatori; gli altri vorrebbero appassionarsi a qualche beniamino che, se possibile, resti tale per alcuni anni. Ma si può chiederlo ai giocatori, con questo campionato?

La speranza è che, almeno, ci guadagni la Nazionale: pochi gli atleti di scuola e formazione canadese o statunitense agli ordini di Stefan Mair nel raduno a Trento che porterà la senior in Lettonia per l’imminente Euro Challenge contro i padroni di casa, Giappone e Bielorussia: Alex Gellert e Thomas Larkin i difensori; Paul Zanette e lo stesso Ihnacak in attacco. I tecnici stanno visionando e sperimentando, in questi mesi, moltissimi atleti, molti i giovani: ci vorrà tempo, ma glielo diamo volentieri, lavorano sodo e i risultati si vedranno. Intanto aspettiamo una nuova fase di questo nostro strano campionato.

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