Da Alleghe a Pontebba si cerca un “gratta e vinci” da mezzo milione di €uro

Ancora due settimane e forse Federghiaccio e LegaHockey ci renderanno partecipi delle modalità con le quali si svolgerà la prossima stagione hockeystica 2013-2014 che ad oggi si prospetta più nera che rosea.

Fare mercato nell’incertezza più assoluta è un rischio enorme, che ad oggi si sono prese, a livello di prossima massima serie, solo Cortina, Valpusteria e Vipiteno ritenendo i Broncos già con un pattino nella nuova Elite Liga A (che sembra un nome da barzelletta visto che noi di Elite nella prossima Serie "A" non troviamo e vediamo proprio niente, ndr) e di cadetteria in versione ristretta alla sola provincia di Bolzano, con Egna, Caldaro, MeranoValgardena.
Per il resto è silenzio totale, con Asiago, Bolzano, Milano, Renon e Valpellice alla finestra della "A1", Appiano e Bolzano White Weasels della "A2" … mentre Alleghe, Fassa, Aquile Pontebba e Pergine sono a sperare nella fortuna di un gratta e vinci da mezzo milione di €uro per garantirsi la sopravvivenza.
Una prospettiva che dire pessima è un eufemismo bello e buono, anche se tutto questo non è la logica conseguenza di una crisi economica, bensì dell’inevitabilità di un ventennio nel quale chi doveva organizzare e programmare ha badato in primis ai propri interessi e solo in seconda minima parte a quelli della povera comunità hockeystica italiana, ridotta già nel corso delle ultime due stagioni a sole 18 squadre semi e professionistiche

Un’ulteriore diminuzione che, dopo le pesanti scomparse di Aosta, Torino, Varese e Como e l’incapacità di inserire Bologna nel già ristretto panorama, sarebbe quasi fatale per uno sport che da nicchia diventerebbe una specie in via di estinzione.
Da parte nostra purtroppo più che scrivere, denunciare e proporre non possiamo fare, perchè ci troviamo di fronte ad un muro di gomma, capace tra le varie di cose, di avere creato nel settembre del 2011 una fittizia Associazione Italiana Hockey su ghiaccio solo per fare fronte al diktat da parte della IIHF (la Federazione Internazionale di Hockey Ghiaccio) che obbligava l’Italia ad avere un ente hockeystico specifico e non indipendente da una Fisg già membra dell’ISU (Internation Skatinng Union) e da due anni a questa parte di aver fatto scivolare via un ammanco di 300’000 €uro dal bilancio federale senza coinvolgere in maniera assoluta chi avrebbe dovuto revisionare i conti e vigilare sul suo operato.
Per anni abbiamo criticato la miopia della Federghiaccio ed ora con la nascita della Lega Hockey, siamo passati dalla classica padella alla brace, ritrovandoci di fronte una cecità totale, che impedisce oltre ad una normale programmazione, anche una obbligatoria ristrutturazione in tempi di crisi economica.
Di più onestamente non sapremmo cosa fare per il nostro sempre più povero hockey ghiaccio, che ha tra l’altro visto la pessima scelta istituzionale di porsi, a livello mediatico, in maniera difensiva e contrastante nei confronti di chi proponeva soluzioni e progetti di sviluppo su base nazionale, solo perchè non coincidenti con un pensiero a corto raggio distorto dall’infiltrata presenza della lingua tedesca nel mondo dell’hockey italiano.

Percorso di mancato sviluppo che si è poi spostato sull’aspetto dell’informazione giornalistica, decidendo di non puntare sui pochi professionisti settoriali, dando viceversa spazio ad improvvisati cronisti travestiti da addetti stampa. Una scelta errata, che invece di investire su chi aveva le capacità ed i mezzi di divulgare al meglio le informazioni grazie ad una seria gavetta giornalistica ed a potenzialità mediatiche, ha visto abbracciare la causa delle raccomandazioni familiari o politiche.
L’esempio di Torino 2006 è stata una prova lampante sul fatto di come invidie e gelosie da quattro soldi abbiano cercato di ribaltare un risultato chiaro e lampante, caratterizzato dal successo giornalistico di chi è arrivato per meriti acquisiti sul campo a lavorare sotto regolare contratto con il Toroc e di chi invece ha spacciato la propria presenza da cronista avendo in realtà svolto il ruolo di semplice usciere.
Situazioni e mancanze di professionalità che vanno di pari passo con l’improvvisazione dell’hockey su ghiaccio italiano, con la scarsa informazione giornalistica e con il relativo basso interesse mediatico, ma  che ci vedono come TuttoHockey.com, insieme a pochi altri, a cercare in maniera quotidiana e gratuita da oltre dieci anni, di ribaltare questa bilancia negativa, cercando di offrire nel migliore dei modi possibili un’informazione generale, completa, seria e credibile, oltre che assolutamente libera ed indipendente.

 

 

 

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