Verso il decennale di TuttoHockey.com/4: la mia Bolzano

(michele de luca)  Con l’occasione del decennale di Tuttohockey.com ho provato a fare un salto indietro per ritrovare il mio primo commento per il sito che risale ad inizio maggio 2003, inizialmente pensato come una lettera, fu pubblicato come articolo del sito. Così è iniziata la mia collaborazione che, me ne rendo conto solo ora scrivendo queste righe, dura ormai da quasi otto anni. A rileggere quanto scrissi allora (l’Italia era rimasta nel gruppo "B" mondiale e Pat Cortina aveva lasciato la guida della nazionale) mi sembra un gran déjà vu di quanto capitato di sovente negli anni scorsi e, a tratti, valevole anche per la stagione corrente.

Eh sì, il “piccolo mondo antico” dell’hockey italiano non si smentisce mai e continua a riproporsi, un po’ noiosamente per la verità, nelle consuete vicende e battibecchi nel mentre, ed è un po’ triste constatarlo, non si sia per nulla sviluppato in senso territoriale. Sport di nicchia, anche qui in Alto Adige e nella provincia di Bolzano, seppur avendo grande seguito, rimane il fatto che viene oscurato dal pallone con il rischio per la squadra del capoluogo di trovarsi senza campo su cui giocare nei play-off, ma di questo ne abbiamo già riferito.
Nel 2003 insomma avevo ripreso in mano la penna tornando a scrivere di hockey dopo che negli anni ’90 avevo collaborato con i giornali locali bolzanini, collaborazioni con cui ero entrato in contatto con il mondo hockeistico. Ma il primo contatto lo ebbi, come appassionato della disciplina, per la prima volta ad un derby fra Bolzano e Gardena nella prima metà degli anni ’80 nel vetusto palazzo del ghiaccio di via Roma. Senza dimenticare le tante partite a cui ho assistito come cronometrista (lo sono tuttora), ruolo che mi ha avvicinato ancor di più all’hockey vivendolo un po’ “dietro le quinte”, spesso nel doppio ruolo di timekeeper e giornalista.
Certo nel corso degli anni il mio punto di vista talvolta non ha coinciso con quello degli altri media, ma questa legittima critica o apprezzamento a seconda dei casi sul sito ha trovato sempre spazio. E’ curioso, ma andando a rileggere l’articolo del 2003, scrivevo di che fine avesse fatto il progetto Torino 2006. Debbo dire purtroppo, ma ci azzeccai visto che i giochi olimpici torinesi non sono stati di certo volano per la disciplina e che a tutt’oggi qualcuno mi deve ancora spiegare perché gli incontri degli azzurri furono trasmessi dopo pranzo invece che in orario di prime time serale. Mah, mistero! Di fatto i giochi torinesi sono stati proprio una meteora per l’hockey italiano.
Fatto sta che vivendo poi al confine con realtà hockeistiche d’altre nazioni come quelle del mondo tedesco, ci si rende conto di come il nostro movimento sia rimasto un po’ statico e lo abbiamo constatato dall’ultima discesa mondiale in prima divisione. Ecco, proprio le affermazioni d’alcuni giocatori azzurri dopo la sonora sconfitta contro la Svizzera al mondiale 2010 mi sono rimaste in mente, perché erano così naïf rispetto ai numeri di un incontro dove avevamo rimediato una figura assai magra che non mancai di rilevare.
E guarda caso il déjà vu continua: nel 2003 si parlava ancora dei transfer card, tema tuttora molto attuale per quanto riguarda lo sviluppo del settore giovanile. Anche qui: nulla di nuovo!

Vivendo a Bolzano non posso non ricordare quei due scudetti vinti dalle volpi nelle stagioni 2007-20808 e 2008-2009, che hanno riportato lo scudetto tricolore sulle maglie dei biancorossi dopo un intervallo durato ben otto anni. Cosa dire poi che a Bolzano abbiamo un bell’impianto, a dir poco enorme per l’attuale torneo, ma anche un pubblico che più difficile non può essere e che non perdona se arriva una sconfitta dopo dieci partite utili e che non gradisce prestazioni anche solo leggermente sottotono. Con l’infinito dilemma se tornare a giocare nel torneo transnazionale austriaco. Come si può capire, i déjà vu non finiscono mai nell’hockey italiano!

Grazie al nostro attuale Direttore Daniele Amadasi, ho anche debuttato in radio. Mi ricordo molto bene quella partita al Palaonda fra Bolzano e Valpellice dove feci alcuni sprazzi di radiocronaca seduto sulle tribune vicino al ghiaccio per vedere al meglio la partita con il costante timore che le batterie del cellulare si scaricassero, per non parlare dei nomi degli stranieri della Valpe, scritti in caratteri minuscoli sulle maglie. A ciò è seguita la serie d’interventi radiofonici nelle trascorse stagioni per commenti sul campionato di hockey e sulla nazionale.
Cosa dire in conclusione se non augurare a Tuttohockey.com di continuare ad essere un media importante dedicato all’hockey italiano e così di portare avanti un impegno, una passione, una dedizione nel riferire delle tante sfide sportive hockeistiche che ci attendono sia oggi che in futuro.

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