La prima forma di hockey su ghiaccio ebbe in Inghilterra il nome di bandy, dove si praticavano già nel 1700 molti giochi con palla e bastone, anche sui terreni ghiacciati. Ma la vera ascesa del bandy verso la popolarità ebbe inizio nella seconda metà del secolo XIX, sia in Gran Bretagna che in Olanda, anche se è sul finire del 1800 che il gioco si diffuse in Europa e particolarmente in Svezia e nel Canton Grigionese della Svizzera, dove Davos e St.Moritz rappresentarono le culle dell’hockey europeo.
In Italia viceversa, l’hockey su ghiaccio, dopo fatto una timida comparsa nel 1911 a Torino, ad opera dei soci del Circolo Pattinatori del Valentino, cominciò a svolgere un’attività degna di rilievo a partire dal 1924 e cioè dall’apertura del Palazzo del Ghiaccio di Milano.
La possibilità di disporre di una pista di gioco attrezzata come quella milanese, nonchè la propaganda scaturita dalle Olimpiadi di Chamonix dello stesso anno, stimolarono un gruppo di giovani sportivi milanesi, già praticanti l’hockey a rotelle nel Milan Skating Hockey Club, a formare, con un gruppo di studenti universitari già praticanti lo sci ed il tennis, la prima squadra milanese, ed italiana, di hockey su ghiaccio.
Alla squadra fu dato il nome di Hockey Club Milano. Era il 10 marzo 1924 e per dieci anni Milano rappresentò tutta l’attività agonistica italiana.
I giocatori milanesi si valsero della fortuna di due due grandi allenatori: Leon Quaglia, campione di origine italiana residente a Chamonix considerato "il papà dei discatori italiani" e Frank Roncarelli, nativo di Bologna cresciuto in Canada dove divenne un famoso giocatore.
Così l’Hockey Club Milano, ora in veste di Società, ora in veste di Squadra Nazionale, ora in veste di squadra rappresentativa universitaria andò a gareggiare contro le migliori formazioni straniere ottenendo eccellenti risultati: dal secondo ed insperato posto ai Campionati mondiali universitari di Cortina, al quarto posto ai campionati europei assoluti, precedendo Ungheria, Svizzera, Germania e Belgio. E nel 1930 arriva il successo ai Campionati del Mondo Universitari di Davos.
In campo nazionale nel frattempo all’Hockey Club Milano si affiancarono prima l’SG Cortina, vincitore nel 1932 del suo primo campionato italiano, ed i Diavoli Rossoneri, altra formazione milanese nata per iniziativa del Milan Football Club.
I Diavoli Rossoneri, che fino ad allora avevano fatto ingaggio di giocatori stranieri, in breve tempo si imposero nell’arena cittadina milanese aggiudicandosi nel 1934 e nel 1935 la Coppa Spengler e togliendo all’Hockey Club Milano anche il titolo di Campione d’Italia.
Nel 1937 e nel 1938 l’HC Milano riconquistò il titolo nazionale assoluto.
Con l’approssimarsi della seconda guerra mondiale l’attività delle due squadre milanesi incontrò difficoltà che vennero superate con la loro unificazione nell’Associazione Milanese Disco Ghiaccio, formazione retta dalla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) vincitrice di due campionati italiani (1938 e 1941).
Al termine del conflitto mondiale e dopo la non disputa di sette campionati (1939-1940-1942-1943-1944-1945-1946) le forze hockeystiche si separano dalla FISI e si costituirono nella Federazione Italiana Hockey su Ghiaccio (FIHG), che veniva riammessa nel corso del 1946 in seno alla Ligue International de Hockey sur Glace. Da allora il numero delle società hockeystiche, che prima della guerra non superavano la decina, è salito a circa una trentina e gli atleti federati hanno raggiunto ormai il migliaio.
Mentre in campo nazionale, dal 1947 al 1955, erano ancora le formazioni milanesi a farla da padrone con il ritorno all’attività dell’Hockey Club Milano (7 successi, 1947,48, 50,51, 52, 54 e 55) e dei Diavoli Rossoneri (2 successi, 1949 e 1953), in campo internazionale la decisione della FIHG, sostituita nel 1952 dalla FISG (Federazione Italiana Sport del Ghiaccio), di rinforzare la squadra nazionale con giocatori italiani residenti in Canada (i cosiddetti oriundi) permise di superare la crisi e così si registrarono i tre successi dell’Italia nel Criterium d’Europa (1951,53 e 55) e quelli nella Coppa Spengler (1950 con i Diavoli, 1953 e 1954 con l’HC Milano).
Milano capitale dell’hockey italiano, ma ancora per poco, dal momento che HC Milano e Diavoli per motivi di natura economica devono fondersi per la seconda volta in un unica società. Nel 1956 il campionato nazionale non viene disputato, nel 1957 e nel 1959 arrivano il secondo ed il terzo successo del Cortina, nel 1958 e nel 1960 si registrano gli ultimi due successi di Milano.
Gli anni sessanta rappresentano quindi la morte hockeystica di Milano e i dal 1961 al 1975 sono i Dinosuari di Cortina a farla da padrone vincendo 12 campionati sui 15 disputati, intervallati dal successo del SelvaGardena nel 1969 e dai due del Bolzano nel 1963 e nel 1973.
Dopo Milano anche Cortina esce dal giro del grande hockey e dal 1976 al 1985 è tutto un derby altoatesino fra il Bolzano, vincitore di 7 scudetti ed il Selva Gardena che ne vince tre, 1976-1980-1981.
Dal 1986 al 1990 si registrano il primo successo del Merano, i due del Varese ed ancora due del Bolzano, che si cuce nel 1988 la stella sulle maglie. Gli anni novanta rappresentano il ritorno della Milano all’hockey con l’HC Milano Saima, figlio del grande HCM vincitore di 15 scudetti e 3 Coppe Spengler, e con i Devils Mediolanum di Berlusconi, a riproporre il derby degli anni trenta-cinquanta fra HCM e Diavoli Rossoneri.
Per loro quattro scudetti consecutivi (1 Saima e 3 Devils) più due finali di Coppa Campioni (Saima 5° nel 1991 e Devils 4° nel 1992).
Nel 1995 il Bolzano ritorna sulla ribalta nazionale vincendo cinque scudetti in sei anni e risultando così la formazione italiana più scudettata con sedici trionfi. E nell’unico anno in cui il Bolzano non vince, il 1999, è il Merano a conquistare il suo secondo titolo, dopo quello del 1986.
Il duemila si apre nel segno dell’Asiago e dei Vipers Milano, fratelli gemelli del Saima e figli del mitico HC Milano.
Asiago campione d’Italia nel 2001, vincitore delle edizioni 2000 e 2001 della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana 2003.
Milano invece dominatore assoluto, tricolore per cinque anni consecutivi (2002, 2003, 2004, 2005 e 2006), vice-Campioni d’Europa nel 2002 in Continental Cup e vincitore sia di tre Supercoppe nazionali (2001, 2002 e 2006) che di tre edizioni della Coppa Italia (2002, 2004 e 2005).
Dominio milanese-asiaghese a parte l’hockey nazionale rivede anche i successi del Bolzano, che si aggiudica due Coppa Italia (2003 e 2004) e due Supercoppe Italiane (2004 e 2007) e del Cortina che si aggiudica nell’aprile del 2007 lo scudetto dopo ben 32 anni di distanza dall’ultimo tricolore vinto dagli scoiattoli ampezzani.
VADEMECUM 1 – GLI SQUADRONI DEGLI ANNI TRENTA – CINQUANTA …
HOCKEY CLUB MILANO ( 15 scudetti, 2 Coppe Spengler )
HC DIAVOLI ROSSONERI ( 4 scudetti, 3 Coppe Spengler )
… E QUELLI DEGLI ANNI SESSANTA – OTTANTA
SG CORTINA ( 15 scudetti )
HC BOLZANO ( i primi scudetti e la prima stella nel 1988 )
VADEMECUM 2 – GLI SQUADRONI DEGLI ANNI NOVANTA …
L’ HC MILANO SAIMA DEI RECORD
I DEVILS DI BERLUSCONI
L’ALLEGHE VINCITRICE DELL’ ALPENLIGA
IL BOLZANO DI MASLENNIKOV E VOSTRIKOV
LA SHIMANO VARESE SUL TETTO D’EUROPA CON IL TRIONFO IN FEDERATION CUP
… E QUELLI DEL DUEMILA
L’ HC VIPERS MILANO CINQUE VOLTE CONSECUTIVE TRICOLORE E VICE CAMPIONE D’EUROPA 2002
Pagina a cura di Daniele Amadasi, con un particolare ringraziamento ad Enrico Calcaterra per aver fornito imprtanti note e dati storici.