Qui Inline: l’ultimo saluto a Walter Widmann

Ci sono certe giornate in cui, il lato prettamente sportivo, passa in secondo piano. Ci sono partite in cui le motivazioni, lo spirito, la determinazione e la volontà vanno oltre il semplice agonismo sportivo. Qualche volta c’è qualcosa di più. L’aria nel rinnovato impianto sportivo dell’Edera di via Boegan a Trieste è tesa, strana, inusuale nel consueto pre-partita. La sensazione è che ogni gesto, ogni parola, ogni respiro sia amplificato in un impianto tirato a nuovo ma immerso in un irreale silenzio. I pensieri, di solito silenziosi come i passi dei gatti, sembrano essere palpabili, tangibili, fin troppo reali.
Il lutto che ha colpito il mondo dell’hockey italiano inline e non solo, trova senso in questa partita, nello fronteggiarsi silenzioso delle due squadre immobili, chine sui propri pensieri, durante il minuto di silenzio. Un silenzio attonito, assordante, interminabile in cui tutti, chi più chi meno, trovano il tempo di far correre i propri pensieri e indirizzarli laddove la ragione vorrebbe non essere. Sul viso sorridente di Walter Wildmann.
Oggi, nella periferia triestina, va in atto qualcosa che esula con lo sport: la velocità dei pattini, le esplosioni assordanti delle stecche che si scontrano, i fulminei cambi di direzioni dei giocatori sul campo sembrano dire che qui, oggi, qualcosa manca.
Manca ai giocatori, agli addetti ai lavori o ai semplici tifosi; non vederti in campo è semplicemente inconcepibile. Dicono che è la vita, il fato, il destino, ma tutto ciò non basta a giustificare la tua assenza. Manca il tuo danzare su quella fila di ruote che inseguono il disco, manca la tua coda che spunta fuori dal casco, manca la tua rabbia in panchina per un errore arbitrale.
Il tempo passa, ad ogni goal il pensiero corre a te. Ad ogni goal l’abbraccio liberatorio sta a dirti che è qui il tuo posto, in mezzo alla tua gente, in mezzo a chi, compagno o avversario o semplice tifoso, esce dal campo con gli occhi lucidi. E non per una vittoria o per una sconfitta. Vincere o perdere fa parte delle sport, fa parte della vita. In questo giorno usciamo tutti sconfitti perché abbiamo perso te, Walter. E nulla sarà più lo stesso.
La vita corre veloce come un disco scorre sulla sponda; semplicemente per te, la vita, è corsa troppo in fretta. Per questo scusaci Walter se oggi per molti il risultato di una gara non conta. Scusaci se ci si inumidiscono gli occhi mentre torniamo a casa, o mentre cerchiamo di scrivere due righe che testimonino il nostro dolore. Scusa insomma se ci manchi già tanto, indipendentemente da quale squadra tifiamo, indipendentemente da dove veniamo.
Si dice che “chi muore giovane è caro agli Dei”. Per questo ultimo saluto, “Ciao Walter” è tutto quello che mi resta.

Così nella quinta giornata della Serie "A1" di inline hockey: Edera Trieste – Diavoli Vicenza 5-0 (2-0, 3-0), Asiago Vipers  – Polet Trieste 8-7 (3-4, 5-3), Pirati Civitavecchia  – Lions Arezzo 5-3 (4-2, 1-1) , Milano’24 – Ghosts Padova 6-4 (3-1, 3-3)  e Monleale  – Ferrara Hockey 4-2 (3-1, 1-0). Ha riposato: Cittadella.

Classifica aggiornata della Serie "A1": Ghosts Padova 12, Asiago Vipers*, Milano’24*, Pirati Civitavecchia* e Lions Arezzo 9,  Edera Trieste** e Monleale* 6, Diavoli Vicenza*, Ferrara Hockey e Cittadella Hockey* 3, Polet Trieste* 0. *=una partita giocata in meno.

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