Dura Lex, Sed Lex. La legge sarà dura ma è legge, altrimenti non si chiamerebbe così.
E se a livello arbitrale c’è la cosiddetta Tolleranza Zero, che ci sia e che sia applicata su tutti i ghiacci, anche se come noto la problematica delle direzioni arbitrale è la non omogeneità delle scelte e delle chiamate.
Ovvero non c’è un metro comune e quindi ecco che ogni anno vengono fuori polemiche, senza capire che tante critiche da una parte o dall’altra devono essere fatte in maniera costruttiva e propositiva e non distruttiva.
Come quando per la prima in assoluto la Gahg (Gruppo Arbitrale Hockey Ghiaccio) nel mese di settembre durante un seminario ad Asiago aveva invitati alcuni giornalisti per un interessantissimo forum. Bene, bravi, bis! Riunione però saltata perchè il giorno infrasettimanale scelto non consentiva la presenza della maggioranza dei giornalisti e così in attesa delle scelta di una prossima data, magari di un sabato, siamo di nuovo di fronte ad un dibattito molto forte tra arbitri, giocatori e dirigenti di squade ed addetti ai lavori.
L’importante però in certe situazioni, credetemi, è cercare di tenere i toni meno forti possibili, guardando sempre al meglio e non al peggio e ricordarsi che un bicchiere riempito a metà è sempre mezzo pieno e mai mezzo vuoto, Perchè altrimenti si finisce male, come nel pallone.
Dove ci hanno fatto credere che con calciopoli o moggiopoli che dir si voglia, avevano scoperto il potere forte delle griglie arbitrali, dove hanno fatto si che una squadra colpevole per e su tutti pagasse con la restituzione di due scudetti la colpa di una sola stagione e … dove ci troviamo oggi a vedere che il potere ha solo cambiare colore, che la sudditanza psicologica arbitrale è sempre più attuale e che una serie di errori e sviste a favore di una unica squadra non succedevano nemmeno nei tanto famosi tempi addietro.
Per cui teniamoci strette, ma non per sempre, le non uniformità arbitrali del ghiaccio, sperando però che col tempo ogni capo-arbitro e linesman affini al meglio il proprio metodo di misura, tenendolo costante per tutto l’arco dei sessanta minuti e magari oltre quando richiesto ed in caso di errore pazienza. Perchè si sbaglia tutti, dal portiere al difensore, dall’attaccante all’arbitro, al quale chiediamo solo di non cadere nell’errore della compensazione. Errore grave e lesivo, quindi inutile. Nel senso da non commettere, assolutamente.