Queste le percentuali delle risposte date dalle oltre trecento persone che hanno partecipato al nostro sondaggio:
26% al Dott. Di Canossa, Presidente del Milano
19% alle istituzioni cittadine di Milano, pressochè sempre assenti
18% al mancato sviluppo professionale della Lega Hockey
37% al dilettantismo del movimento hockey italiano
Risposte che rispecchiano in assoluto l’attuale sentore cittadino, dove molti appassionati ancora pur scottati dalla decisione dei Vipers di chiudere in maniera improvvisa e senza possibilità di dare un futuro all’hockey ghiaccio sotto la Madonnina, indirizzano verso altri lidi le colpe di quanto sopra.
Ovvero verso le istituzioni cittadine pressochè sempre assenti ma purtoppo anche allo stesso tempo poche coinvolte a livello istituzionale e politico, verso il mancato sviluppo professionale da quella Lega Hockey fortissimamente voluta dell’ex numero uno dei Vipers che pur anche solo per uno anno ha avuto la possibilità di avere la Presidenza ed il controllo assoluto della comunicazione e del marketing e verso quel dilettantismo del movimento hockey italiano che è pero tale oltre vent’anni con una massima serie quasi professionistica ed una seconda serie semiprofessionistica che in ogni estate deve fare i conti con più chiusure piuttosto che aperture di nuove squadre, per non parlare di ciclici ritorni della durata massima di due stagioni.
Risposte che danno poi un valore alla misura del termometro attuale della situzione hockey a Milano con una società che nel bene per nove anni e nel male in questo ultimo periodo ha segnato le gesta sul ghiaccio. Ha segnato perchè i Vipers Milano saranno solo un ricordo e per non far si che anche l’hockey ghiaccio lo diventi occorre veramente rimboccarsi le maniche per ripartire da zero ma con tanta voglia di far decollare un nuovo progetto, nella quale ci possa essere possibilità di rivedere quanto prima una prima squadra meneghina impegnata in un campionato senior. Progetto che dovrà vedere impegnate nuove forze per dare maggiore credibilità e che dovrà puntare sulla reale e non di facciata crescita e sviluppo del settore giovanile, riunendo se possibile in questo pool di lavoro tutte le società di hockey su ghiaccio di Milano munite di settore giovanile.
Perchè l’unione fa la forza e perchè non è utopia pensare ad una polihockey sportiva costituita da un solo club senior che punti a giocare in Serie "A1" e dai settori giovanili dei diversi club amatoriali milanesi.
Daniele Amadasi
Direttore TuttoHockey.com