Dal Giornale di Vicenza: " L’ultimo elettrocardiogramma aveva portato alla scoperta di alcuni scompensi" – di Gerardo Rigoni
L’esame all’hockeista rivelò aritmie al cuore. Dopo la consegna della perizia medica su Darcy Robinson in cui sono riportate le conclusioni dei periti medici, Gaetano Thiene e Sante Ferrara dell’Università di Padova, nominati dalla Procura di Bassano per far luce sulle cause della morte del giocatore dell’Hockey Club Asiago avvenuta il 27 settembre scorso durante la partita inaugurale del campionato, ora può ripartire la fase istruttoria da parte della stessa Procura.
Si può dire con le informazioni che abbiamo a disposizione che prevenire la tragedia sarebbe stato molto più facile. In particolare, sembra che l’elettrocardiogramma avesse rilevato delle aritmie anomale, che avrebbero potuto segnalare un problema di natura cardiaca. Il centro avrebbe rilasciato il documento di idoneità sportiva, consigliando però un approfondimento da parte di uno specialista cardiologo. Visita alla quale il terzino italo-canadese avrebbe dovuto sottoporsi pochi giorni dopo la partita fatale, durante la quale Robinson si accasciò senza più riprendere conoscenza e morendo poco dopo durante il trasporto all’ospedale di Asiago. Su questo elettrocardiogramma anomalo la Procura potrebbe decidere di indagare, affidando nel contempo l’analisi delle conclusioni del duo Thiene-Ferrara ad un altro perito medico.
Secondo le informazioni raccolte, nel documento autoptico depositato in Procura sia la società sportiva, sia il personale medico intervenuto immediatamente in soccorso del giocatore, al suo terzo anno all’Asiago, sono stati esonerati da qualsiasi responsabilità, e si sottolinea anzi la correttezza e la scrupolosità del loro operato. Gli esami eseguiti dal prof. Ferrara hanno escluso che tra le cause del decesso possa rientrare l’assunzione di sostanze dopanti. Il prof. Thiene, da parte sua, ha accertato la presenza della patologia cardiaca, che risulta essere tra le prime cause di morte improvvisa nei giovani atleti, ed è piuttosto difficile da scoprire.
Dal Giornale di Vicenza: "Parla il responsabile del centro medico che eseguì gli ultimi esami su Robinson" – di Gerardo Rigoni.
L’hockeista non aveva l’idoneità a giocare.
"Non è assolutamente vero che Darcy Robinson aveva l’idoneità, come non è vero che noi gli avevamo rilasciato alcun certificato. Lui ne aveva uno che sarebbe scaduto dopo una decina di giorni, ma all’esito della nostra visita, quella certificazione veniva di fatto ad interrompersi".
Così il dott. Giorgio Zanarella responsabile del Cmr di Schio, il centro medico che ha visitato Darcy Robinson pochi giorni prima della partita fatale in cui il giocatore di hockey si è accasciato a terra spirando poco dopo. Il medico sportivo ha ritenuto doveroso intervenire in seguito alla notizia secondo cui la perizia medica depositata alla Procura di Bassano parlerebbe di “anomalie” rilevate dall’ultimo elettrocardiogramma sull’atleta. Anomalie che pare segnalassero una disfunzione dell’attività elettrica del cuore.
"Quando abbiamo visitato Robinson non abbiamo rilasciato alcun certificato; anzi abbiamo subito avvisato la società che sarebbero stati necessari ulteriori accertamenti – spiega Zanarella -.
La società ne prese atto e ci mettemmo d’accordo che anziché effettuare gli ulteriori accertamenti da noi consigliati al giovedì, sarebbero stati effettuati il sabato, quando erano in programma gli accertamenti per un altro gruppo di atleti".
Rimane però fatto che il giocatore scese regolarmente in campo quella sera del 28 settembre 2007.
"La società può decidere quello che crede, non sta a noi decidere – conclude Zanarella -. Però nessuno può dire che il giocatore in quel momento avesse l’idoneità sportiva. O tanto meno che avesse la certificazione. Ripeto, non emettemmo nessuna certificazione perché il caso consigliava altri accertamenti".
Di opinione opposta la società Asiago Hockey, che si chiede quindi perché non fu imposto il fermo del giocatore fino ad accertamenti eseguiti, come avvenuto con altri giocatori. "Nulla faceva presagire le condizioni critiche del cuore di Darcy – spiegano dalla società – Né sintomi anomali durante il precampionato, né indicazioni di urgenza nell’eseguire gli accertamenti, nemmeno dopo una nostra richiesta di precisazioni. Il giocatore era in possesso dell’idoneità sportiva dell’anno prima e questa non è stata in alcun modo revocata e nemmeno è stata sconsigliata la sua partecipazione alla partita. Se ci fosse stata indicata anche la remota possibilità di conseguenze anche meno nefaste, avremmo tenuto il giocatore fermo fino ad indagine medica conclusa".
Riportando tal quali questi due articoli che hanno a mio avviso analizzato al meglio la situazione sul "caso Robinson" penso che ognuno di noi potrà farsi propri ragionamenti e trarre diverse opinioni. La mia personale e quella della Redazione di TuttoHockey.com è di credere nella buona fede di una società sportiva seria come quella dell’AS Asiago Hockey, che va aldilà della possibilità di effettuare eventuali o ulteriori accertamenti medici di una situazione che non ne presentava la necessità, anche se poi ainoi c’è stata una fatalità, tragica, qual’è stata la morte sul ghiaccio di Darcy Robinson.
Daniele Amadasi – Direttore TuttoHockey.com