Qui Valpe: primo storico approdo ad una finale scudetto

Per la prima volta la Valpellice è in finale scudetto con la possibilità di vincere il campionato di Serie "A1": nella stessa stagione che l’ha vista conquistare la Coppa Italia, la squadra di Torre Pellice mette a segno un grande risultato superando per 4 gare a 1 il Cortina.
Due anni fa aveva migliorato la propria performance storica superando i quarti di finale: 4-1 ai danni del Renon, un’epica serata a Collalbo con goal nell’overtime di Ryan Martinelli che poi salì ad arrampicarsi sulle gradinate occupate dai piemontesi  … pensando che si doveva tornare all’anno 2000 per la prima partecipazione ai play off, Massimo DaRin in panca, con eliminazione ad opera dell’Asiago di Topatigh che dominò la regular season a 15 squadre e perse la finale contro Bolzano.
L’anno scorso per i piemontesi fu interlocutorio, anno di delusioni eppure anche di grandi emozioni: i buongustai dell’hockey italiano non dimenticheranno facilmente lo spettacolo tecnico offerto da Steve Valiquette a difesa della gabbia torrese, anche se solo in 20 partite, coronate da shutout casalingo proprio contro il Cortina nei quarti.
Ma erano exploit che bisognava andare a cercare qua e là. Tutt’altra musica quest’anno, fin dall’inizio, con l’ottenimento del quarto posto che garantiva le final four di Coppa Italia.

L’abbiamo ripetuto varie volte: la grandezza di coach Mike Flanagan e dell’assistente-direttore sportivo Fabio Armani sta nella programmazione fatta in estate, nell’individuazione del momenti topici all’interno della stagione. Perché è chiaro a tutti che non si può mantenere la stessa condizione di forma per 59 partite, e vanno messe in conto le serate-no a livello di concentrazione e motivazioni (un certo numero di esse sono fisiologiche per qualunque squadra). Si tratta allora di capire quando cambiare (equilibri tattici, sistemi di gioco), quando provare, quando imparare, quali gare eventualmente sacrificare perché il loro risultato non è fondamentale, finalizzando questa disciplina, quasi scolastica, alla vittoria nelle gare che contano. Così le flessioni, che pur ci sono state, anche in coincidenza di infortuni e qualche squalifica, non sono state influenti ai fini della marcia verso la finale. A tal proposito, va anche rilevato che, infortuni a parte, sono stati davvero pochissimi i problemi muscolari, segno di una condizione atletica che ha pochi eguali: ottimo il lavoro dello staff e ottima l’autodisciplina di tanti giocatori decisivi, costantemente in palestra anche un’ora dopo la fine delle partite.
Fatte queste considerazioni, va detto che la sfida con gli scoiattoli è stata ben più difficile di quanto non dica il risultato finale di quattro gare a una. Punteggi con scarto minimo nelle gare iniziali, finché i veneti hanno fatto il break con gara tre, strappando un 4-1 a Torre Pellice che non lasciava dubbi sulla loro tenacia, che pure doveva fare i conti con una panchina più corta. Grande ariosità e linearità nel gioco cortinese, con un Gron che, a dispetto della classe 1978, ha messo in pista tutta la classe tecnica e fisica, che ne ha fatto senz’altro uno dei tre migliori giocatori del campionato. E, se si parla di longevità, che dire di un capitano come Giorgio De Bettin, classe 1972, sempre l’ultimo a mollare, ancora in goal nella gara finale?
Dato statistico: non abbiamo sotto mano sufficienti elementi, ma è ben probabile che sia un record di questa semifinale che fossero schierati complessivamente, fra le due squadre, un cèco (il torrese Spelda) e tre slovacchi (Tomko in casa Valpe, gli attaccanti Gron e Weissmann nel Cortina). La Valpellice aveva già avuto la positivissima esperienza dell’ingaggio nell’ultima fase della scorsa stagione di Ladislav Benysek (15 partite per lui): se non altro dal punto di vista dei difensori, la pista della ex Cecoslovacchia sembra ricca di talento, esperienza, dei frutti, insomma, di una grande scuola e tradizione. Una pista che ci auguriamo di vedere ancora seguire. Ma questo è un discorso per l’anno prossimo.
I giocatori della Valpe, altra notazione importante, hanno regolato molto bene le proprie reazioni, e la disciplina (e anche autodisciplina) hanno fatto dimenticare il profluvio di penalità del quarto contro Alleghe e un andazzo un po’ troppo veemente lungo tutta la stagione: ma va detto che la serie con il Cortina è stata caratterizzata da un’estrema correttezza di tutti (e da buoni arbitraggi), anche quando i giocatori erano "spremuti": in particolare il Cortina ha dovuto subire in ultimo le assenze pesantissime di Zandonella e Weissmann.
Segnaliamo ancora, perché l’ultima semifinale l’ha vista coronata dal goal di Pietro Canale, la prestazione della terza, e anche di una quarta linea: non tutti i tecnici avrebbero utilizzato in questo modo il roster. Giusto osare. Erwin Kostner, due anni fa alla guida del Renon, ci aveva provato, ma la mentalità italiana è ancora indietro su questo versante. Aveva ragione Kostner.
Ora la Valpe è attesa a una prova durissima: sulla forza dell’Asiago non c’è dubbio alcuno; ma questo sono playoff, non si fanno sconti a nessuno.

 

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