Qui Milano: Di Canossa toglie la spina ed abbassa la serranda.

Come un fulmine a cielo sereno che in un pomeriggio di pre-estate si abbatte su di un albero tagliando di netto il suo fusto, in maniera definitiva, irreversibile.
Attraverso il seguente comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale dei Vipers Milano il Presidente del sodalizio rossoblù meneghino, il Dott. Alvise Di Canossa, rende nota la cessazione dell’attività sportiva del suo hockey club.
"La Società Hockey Club Junior Milano Vipers comunica a tutti i tifosi, a quanti hanno avuto a cuore le vicende della propria squadra, a tutti gli atleti tesserati dalla società che a far capo da oggi – giovedi 12 giugno – cessano tutte le attività dirette. Il primo atto di questa decisione sarà la mancata iscrizione al prossimo campionato di serie A1. A breve seguirà messaggio personale di Alvise di Canossa, presidente della Società Milano Vipers. A seguito della decisione di cessare l’attività del Milano Vipers, la Società, in accordo con Ico Migliore e Adolf Insam, si prodigherà per la nascita di un nuovo sodalizio sportivo giovanile: l’Hockey Milano Rossoblu, che avrà il compito di non perdere il patrimonio sportivo e agonistico creato in quest’ultimo decennio, con l’intento di far crescere il prezioso vivaio hockeistico milanese".

E così subito dopo a latere di questo comunicato stampa ne segue un’altro firmato dal Presidente del Milano, il Dott. Alvise di Canossa, nel quale vengono spiegati i motivi di questa scelta.
“Desidero comunicare che questa scelta – che sembra sorprendente e potrebbe lasciare molto dispiacere e amarezza a quanti hanno supportato ed esaltato le nostre gesta in Italia e all’Estero – nasce dalla consapevolezza che il Progetto d’Impresa che ha tenuto in vita questa lunga stagione si è esaurito.  Abbiamo tutti sperato che il Movimento Hockeistico Italiano, esaltato nel periodo Olimpico, potesse trovare da quel momento una nuova strada e una nuova visione della presenza di questo meraviglioso Sport su scala nazionale. L’impegno che è stato profuso dal Milano Vipers, a partire dallo Staff, dai Tecnici, dalla Comunicazione, per far comprendere questi obiettivi, hanno – purtroppo – solo permesso di far grande il nostro Milano, ma non hanno prodotto quella spinta che fosse sufficiente per raggiungere questo ambizioso progetto. Alla luce di quest’analisi che, vi posso garantire, dura ormai da mesi, la Società Milano Vipers ha ritenuto necessario assumere questa decisione. Personalmente ringrazio con grande affetto e stima Adolf Insam e Ico Migliore, con cui ho vissuto quest’esperienza in un modo unico e forse irripetibile per la competenza, per la professionalità ma, soprattutto, per la passione che hanno messo in ogni momento dedicato alla squadra. A loro accomuno, con lo stesso ringraziamento, tutto il loro Staff tecnico, medico, logistico e di supporto perché la loro preziosa attenzione ha reso possibile quanto il Milano Vipers ha fatto in questa meravigliosa cavalcata solitaria in Italia e all’Estero. Ringrazio altresì tutto il mio Staff personale in particolare Paola Marras con l’area Comunicazione e la Segreteria, autori di un binomio vincente che ha saputo coniugare, in tutti questi anni, un grande progetto di comunicazione con l’intera attività agonistica, non solo verso gli addetti ai lavori e verso i sistemi mediatici ma anche e – soprattutto – nel nostro Stadio Agorà.
Infine, lasciati volutamente per ultimi, per meglio sottolineare il sentimento che mi lega a loro, desidero ringraziare tutti i tifosi e in particolare il nostro grande 7° uomo: la Curva del Milano, perché è anche per loro che dieci anni fa ho deciso di dar vita a questo incredibile ed eccezionale progetto. Forse molti di loro non mi vorranno comprendere ma è bene che sappiano che fin dall’inizio mi sono sempre portato dietro un piccolo grande dolore, il dolore di dover comprendere come sarebbe stato difficile dire a me stesso e dire a loro che questo piccolo grande ed emozionante progetto era finito.

Andare alla ricerca di cause e motivi per la chiusura del club italiano più titolato del nuovo millennio richiederebbe uno spazio notevole, anche se sommariamente possiamo analizzare una serie di aspetti. Il primo dei quali è che a Milano era stranoto che essere proprietari di un hockey club è un lusso ed un vizio che solo un amante ed un innamorato di questo sport poteva permettersi e che quando fosse arrivato il disinnamoramento sarebbe tutto finito dall’oggi al domani. E questo è successo. Per cui le colpe andrebbero secondo me ricercato nei motivi che hanno portato a questo disinnamoramento e nel fatto di non aver fatto nulla per rialimentare una fiamma chiamata passione. Motivazioni, cause e colpi che coinvolgono le istituzioni sportive e non cittadine e federali, la voglia e la smania del Milano di fare le cose troppo in grande ed in maniera sin troppo professionale in uno sport che purtroppo è ancora in preda al dopolavorismo ed il fatto che la nascita della Lega Hockey invece che assicurare per altri anni il Milano all’hockey italiano ha innescato una opposta strada che ha invece portato alla chiusura del Milano.
Perchè il Patron del Milano nelle vesti di Presidente della Lega è venuto a conoscenza di situazioni arci-note del piccolo mondo regionale dell’hockey italiano che hanno accelerato il disinnamoramento e quindi la decisione di dire basta.
Decisione più o meno condivisibile perchè se da una parte chi ha soldi li investe dove meglio crede, dall’altra sarebbe stato più giusto, corretto ed opportuno lasciare in altro modo e soprattutto con basi solide per consentire ad altri di proseguire in un progetto che preveda a Milano la presenza di una squadra rossoblù di hockey su ghiaccio.

Perchè quello che riguarda la stretta attualità è che nel giro di quasi vent’anni la Milano rossoblù dell’hockey su ghiaccio, quella targata Saima per intenderci, resterà senza una squadra, come nella stagione 19992-1993 quando i Cabassi chiusero l’HC Milano Saima, come nella stagione 1997-1998 allorchè Quintavalle mise la parola fine all’avventura HC Milano 24 ed adesso quando dopo nove stagioni di vita l’HCJ Vipers Milano chiude la propria serranda, lasciando al buio una bacheca che si era arricchita del successo nel Torneo Italo-Francese, di cinque scudetti, tre Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane ed una serie di piazzamenti importanti come il secondo ed il quarto posto in Continental Cup e due secondi posti in campionato.

Per la terza volta quindi dalla stagione 1985-’86 la Milano rossoblù dell’hockey su ghiaccio dovrà ripartire da uno zero, che anche se chiamato campionato di Serie "C-under26" potrebbe ridare linfa per risalire col tempo prima in "A2" e poi in "A1" perchè la storia vera del cuore rossoblù della Milano del ghiaccio è quella che ha preso le radici dell’HC Milano dai tempi del Saini e le sembianze genetiche del glorioso HC Milano Saima del Piranesi, che anno dopo anno, stagione dopo stagione, sacrificio dopo sacrificio ha visto alla luce altre società (SG Milano, HC Milano 24, SG Cortina-Milano ed HCJ Vipers Milano) che nel bene e nel male e tra mille difficoltà hanno fatto si che a Milano ci fosse una prima squadra di hockey su ghiaccio, di livello o meno, anche se l’importante era ed è che ci fosse e che ci dovrà essere.
Dopo aver raggiunto sette finali scudetto consecutive con ben cinque trionfi dal Milano del Di Canossa era lecito aspettarsi un ridimensionamento graduale nell’arco di più stagioni nelle quali in maniera leggera il patron dei rossoblù si sarebbe tirato fuori lasciando quantomeno una squadra magari di giovani ma in attività. Ridimensionamento che invece è durato solo una stagione perchè da ieri la Milano dell’hockey rossoblù non ha più una squadra di hockey per la quale andare a sostenere, tifare, gioire ed anche soffire ma sempre e solo per l’amore verso uno sport che non ha ricevuto dalla città quanto davvero meritasse.
Siccome come scrisse qualcuno anni addietro dopo una precedente serrata "nessuna notte è così lunga da impedire al sole di risorgere", Forza Milano….risorgi di nuovo !

Daniele Amadasi
Direttore TuttoHockey.com

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